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giovedì 22 maggio 2008

Presentazione del testo "La contraddizione virtuosa, don Milani e il Forteto"


Prima di dare le specifiche dell'evento e spendere due parole sul testo, credo sia bene presentare la comunita' -Il Forteto, nel Mugello- che ne e', in buona parte, protagonista. Riporto dunque, dal mio sito internet (www.manuelolivares.it), quanto ho scritto in merito a questa bella esperienza comunitaria:

Il Forteto è stata una realtà per lungo tempo impegnata esclusivamente a seguire le proprie complesse vicende interne e solo di recente ha deciso di aprirsi alla costellazione comunitaria italiana.
L’apertura è stata senza riserve, al punto che l’incontro RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici) 2005 ha avuto luogo sui terreni della sua grande tenuta. Sono particolarmente entusiasta di quest’esperienza, non foss’altro perché coloro che la stanno vivendo “sono riusciti ad alchemizzare in una sapiente osmosi un sano spirito imprenditoriale con i migliori principi del vivere comunitario, una buona dose di realismo con una propensione a volare alto”.
Oggi i membri del Forteto sono circa un centinaio, tutti assunti dalla cooperativa agricola comunitaria (che, data la cospicua mole di lavoro, impiega anche 40 dipendenti esterni).
La cooperativa fattura 15 milioni di euro all’anno, esporta prodotti caseari in tutto il mondo ed è una delle maggiori produttrici, in Italia, di carne chianina.
Appena arrivati sulla proprietà si incontra un grande parcheggio e subito dopo un centro commerciale che, all’interno, ha tutta l’aria di un autentico supermercato.
L’offerta è particolarmente poliedrica; dai prodotti biologici, biodinamici e convenzionali a quelli del mercato equo e solidale ed anche della Nestlé.
Parliamo dunque di una comunità ricca (abbiamo avuto modo di visitare, ad esempio, la bella villa padronale, acquisita come parte integrante della tenuta, i suoi eleganti salottini “di rappresentanza” o di semplici chiacchiere post-prandiali) che riesce a cavalcare agevolmente la tigre del mercato ma ha mantenuto saldo, come accennato in apertura, un “radicale spirito comunitario”. Vediamo allora di considerare più a fondo questo aspetto non senza tracciare prima un rapido profilo storico. La cooperativa agricola “Il Forteto” si costituisce nell’agosto del ’77. È composta da un gruppo di circa quaranta giovani “sperimentatori” dell’area di Prato, coinvolti, a loro modo, nel caleidoscopico laboratorio di quegli anni. Sin dal principio le motivazioni non sono meramente economiche, né originano solo da uno smodato amore per la campagna, piuttosto contagioso in quel periodo storico, cupo e creativo ad un tempo. Quello che spinge i ragazzi pratesi ad abbandonare le prospettive della città è soprattutto la voglia di vivere insieme, di condividere un percorso di crescita in un contesto caldo e pulsante di vita naturale, di ridefinire il concetto di famiglia valorizzando le affinità esistenziali più dei semplici legami di sangue. Iniziano dunque a lavorare nei campi in modo avventuroso e precario, nel corso degli anni incontrano problemi anche gravi, quasi insormontabili ma non perdono il loro spirito di gruppo, al punto che del nucleo originario si ritirano “a vita privata” solo quattro persone.
La buona coesione interna consente loro di uscire anche dalle secche peggiori e trovare un’invidiabile stabilità. La maggior parte dello stipendio di ciascun socio della Cooperativa Agricola Il Forteto viene lasciato in una cassa comune per finanziare spese mediche, scolastiche, di ristrutturazione ed altro. La comunità, ad esempio, si occupa di affittare diversi appartamenti per le vacanze estive o di comprare e mantenere automobili di cui può disporre chiunque sia in grado di guidarle. I minori sono complessivamente 22 e questo non in virtù di una smodata fertilità delle donne comunitarie ma di un’esplicita propensione all’accoglienza di persone in difficoltà. Molti adulti del Forteto, dunque, si son fatti dare ragazzi in affido, coerentemente con uno dei valori più sentiti nell’ambito dell’esperienza comunitaria.
Un importante momento di aggregazione per i membri della cooperativa-comunità sono i pasti, che vengono consumati in una sala piuttosto grande, in grado di ospitare lunghi tavoli in legno di castagno.
Dopo cena viene lasciato ampio spazio alla condivisione e questo ha un duplice effetto: organizzare, in maniera informale, il lavoro della cooperativa e lasciare modo a ciascuno di esprimere i propri pensieri ed eventuali disagi, inquietudini e soddisfazioni.
Al momento di dormire uomini e donne vanno in camere separate con tre o quattro posti-letto.
Questo in conseguenza di molte valutazioni, fatte nel corso di diverse assemblee, riguardo le profonde differenze tra l’universo maschile e quello femminile.
Questa formula, tuttavia, non deve essere necessariamente rigida o definitiva.
Nel 1998 è stata istituita, al Forteto, una fondazione che ha iniziato presto ad organizzare convegni con operatori sociali e sanitari sui temi dell’affido, dei diritti dei minori -soprattutto se svantaggiati- e delle relazioni interpersonali.
Sta anche finanziando ricerche di buon livello -ad esempio quella del sociologo Giuseppe Ferroni, pubblicata dalla casa editrice Il Mulino- sugli effetti terapeutici della convivenza comunitaria, al Forteto, su persone segnate da traumi o disagi psicologici.

Ed ora, due parole sul testo "La contraddizione virtuosa, don Milani e il Forteto". Cito dal sito http://www.libreriauniversitaria.it/:

Descrizione

L'educazione è diventata una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Le istituzioni a essa tradizionalmente preposte, la famiglia e la scuola, subiscono sollecitazioni che ne mettono in forse la tenuta e il valore, ma sono i modelli culturali e identitari di un'intera società a mostrarsi sempre meno capaci di dare un orientamento ai singoli individui, soprattutto ai più giovani. In questa emergenza, l'alternativa concreta non è respingere le contraddizioni che stringono da ogni lato l'educazione in nome di qualche teorema o di qualche ricomposizione illusoria, bensì viverle e capirle nelle loro ragioni, cercando di trarne risorse impreviste e nascoste. Questa è stata l'esperienza educativa di don Lorenzo Milani, e questa è stata ed è tuttora l'esperienza di solidarietà e di accoglienza della comunità del Forteto: in entrambi i casi l'attenzione per i dimenticati, per gli ultimi, si è rivelata la più grande forza in grado di conferire dignità e significato all'essere umano, stimolandone la creatività e la volontà di riscatto. Gli scritti che compongono questo volume trovano in queste due esperienze il loro argomento o la loro cornice, e aiutano a capire le premesse sociali, antropologiche, filosofiche che le rendono attuali, spendibili. Educare si può se si guarda in faccia la realtà, una realtà composta da altre facce, da altri esseri umani desiderosi come noi di essere riconosciuti.

Dettagli del libro
* Titolo: La contraddizione virtuosa. Il problema educativo, don Milani e il Forteto
* Curato da: Fornari G., Casanova N.
* Editore: Il Mulino
* Data di Pubblicazione: 2008
* Collana: Percorsi
* Pagine: 181


In ultimo, le specifiche dell'evento:

La presentazione del testo avra' luogo all'altana del Castello di Calenzano (FI), venerdi' 13 Giugno 2008 alle ore 21.00. La pubblicazione è stata
prodotta dalla Fondazione il Forteto con il contributo dell'ente Cassa di Risparmio di Firenze.