TRANSUMANZA

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lunedì 25 gennaio 2010

Quando si è in vena di newsletters…Newsletter di Hodos, Gennaio 2010.

Dopo la newsletter di Cohousing in Toscana ho il piacere di pubblicare la newsletter degli amici di Hodos, con cui Vivere altrimenti è in rapporti particolarmente cordiali.
Per avere glimps della suddetta cordialità vi invito a leggere i post: Incontro con Fabio Guidi e Hodos, dove la psicosintesi si fa comunità e Un vangelo psicosintetico a Hodos, frutto di una splendida chiacchierata con il fondatore.
I frutti del bell’incontro con Hodos sono arrivati fino alla comune di Olat, in Valchiusella, tappa successiva del mio peregrinare comunitario (eravamo sul calare di giugno 2009), in forma di una gigantesca pagnotta cotta a legna che i comunitari di Olat, oltre naturalmente al sottoscritto, hanno particolarmente apprezzato.
Nomadismo e stanzialità sono due belle facce della dimensione comunitaria. Qualcuno pensa erroneamente che il vivere comunitario sia solo sinonimo di stanzialità trascurando che gli stanziali, senza l’aria nuova portata dai nomadi, rischierebbero il ristagno mentre i nomadi dovrebbero accontentarsi di porti anonimi per il loro nomadismo e dunque potrebbero perdere il gusto di nomadare. Ai puristi del vivere comunitario Viverealtrimenti propone una visione il più possibile eclettica e “plurale”, come dovrebbe essere, ogni giorno di più, il nostro mondo, il nostro vivere, per rifuggire il totalitarismo di visioni manichee. Una culturale plurale può essere alla base di una società plurale, popolata da “individui integrali” ed integrati.
Finita la predica, la newsletter di Hodos, buona lettura:


La Comunità Hodos è costituita da un gruppo di persone che, all'interno di una prospettiva psicosintetica, intendono utilizzare e promuovere una serie di strumenti orientati alla progressiva integrazione delle molteplici parti del nostro Io, allo sviluppo della nostra unicità e della nostra creatività e, in definitiva, alla piena espressione del nostro potenziale umano.
In particolare, i gruppi, i seminari e i ritiri di Hodos si servono di una varietà di metodi, tutti orientati al motto della psicosintesi «conosci, possiedi, trasforma te stesso»: drammatizzazioni, meditazioni, esercizi bioenergetici, tecniche di coppia come lo «specchio», analisi di gruppo e così via.

Per maggiori informazioni visita il nostro sito
www.psicosintesi.org

Se ancora non l'hai fatto, t'invitiamo anche ad iscriverti gratuitamente al Blog di Fabio Guidi, dedicato ad una riflessione sulla Psicosintesi nella vita quotidiana. Riceverai una mail ogni volta che
sarà pubblicato un post.

info@psicosintesi.org


Febbraio-Giugno 2010
Gruppi di Psicosintesi


A febbraio riparte l'appuntamento classico dei Gruppi di Psicosintesi, lo strumento di base del nostro Lavoro, secondo il calendario riportato qua sotto.

mese giorni

febbraio 20-21
marzo 20-21
aprile 24-25
maggio 22-23
giugno 26-27

I Gruppi , vere e proprie immersioni nel lavoro psicosintetico, intendono offrire una reale concreta «esperienza» della Psicosintesi e non una semplice informazione teorica, che spesso costituisce l'alibi migliore per non lavorare veramente su di sé.
Il gruppo di psicosintesi è rivolto a tutti coloro che intendono fare un cammino di profonda conoscenza di sé e di crescita personale.
Spesso si avverte una certa insoddisfazione o un'inquietudine più o meno strisciante che spinge a fare maggiore chiarezza dentro di sé, ricercare una più profonda significatività esistenziale e sviluppare un atteggiamento più consapevole, autentico e creativo. Tale disagio, spesso sottile, può manifestarsi attraverso un senso di noia, o di vuoto, o di mancanza di energia... oppure attraverso una crisi d'identità, magari in seguito alla 'morte' di un ruolo, quando si affacciano dubbi su chi siamo, cosa sentiamo e cosa vogliamo... Tutto ciò non è negativo; anzi, è spesso l'inizio del nostro cammino evolutivo.
All'interno di questi gruppi sono utilizzati dramma-tizzazioni, esercizi bioenergetici, meditazioni e diverse altre tecniche di lavoro individuale, di coppia o di gruppo, mantenendo sempre l'attenzione su ciò che avviene 'qui e ora'. Segue l'elaborazione del materiale emerso secondo la prospettiva psicosintetica.

Si ricorda che il numero dei partecipanti è limitato
e che è pertanto consigliabile, se interessati,
prenotare per tempo. Maggiori informazioni possono essere richieste tramite e-mail.



Corso di pasticceria
biologica e bionaturale

Intensivo presso la Comunità Hodos
con Luca Liperini

Il corso fornirà alcuni elementi teorici di base sull'importanza degli alimenti bionaturali, ma sarà soprattutto esperienziale: prepareremo insieme i dolci che poi i corsisti potranno portare a casa.

Programma:

Le frolle di base (con e senza latticini e uova)
Frolla tradizionale, Frolla speciale, Frolla naturale

Le creme di base (con e senza latticini e uova)
Crema pasticcera, chantilly, al limone, al cacao, di mandorle, di gianduia,
di frutta secca, di ricotta, di mascarpone

Pasticceria lievitata (con e senza latticini e uova)
Pan di Spagna, Biscuit, Morbido all'uvetta e nocciole

Il corso si svolgerà nell'intera giornata di sabato 27 febbraio, dalle 10 alle 18.
Alle 13.30 sarà offerto un pranzo biologico vegetariano.


Il numero dei partecipanti è limitato. Maggiori informazioni possono essere richieste tramite e-mail.


Intervista di Sam Keen, redattore di Psichology Today,
al padre della psicosintesi,
Roberto Assagioli (1974)


Ottava ed ultima parte

KEEN: Non riesco proprio a capire se le tecniche della psicosintesi siano ingenue o brillanti. A volte mi sembrano troppo semplici!
(Devo ammettere però, che dopo la seduta di ieri sera, e dopo la semplicistica analisi delle nevrosi, come il vacillare nelle decisioni, non ho più fumato sigarette per tutto il resto del tempo. C’è un'antica tradizione che lega la saggezza alla follia. Un uomo saggio è un semplice? La semplicità viene dall'età, dalla saggezza o dal lavoro su se stessi?)
La psicosintesi è una versione moderna di una scuola di saggezza? Qual è la differenza tra un pazzo e un saggio?
ASSAGIOLI: Oggi la saggezza è ancor più fuori moda della volontà. Il concetto originale di saggezza non ha niente a che fare con la follia, infatti implica una grande semplicità di spirito che non è ingenuità. L'ideogramma cinese della saggezza è una combinazione di vento e di fulmine: Così il saggio non è un uomo che è sereno e stanco, ma uno che non può essere catturato nemmeno dal vento e colpisce come il fulmine se è necessario. La saggezza è legata all'intuizione (questo spiega perché è stata raffigurata come una donna: Sophìa), ed ha la capacità di vedere le cose nel loro insieme: ed è in questo modo che entra nella prospettiva transpersonale. E' la capacità di giocare con gli opposti e di stabilire la sintesi. Io suppongo che l'età sia di aiuto ad acquisire la prospettiva necessaria a creare armonia tra le contraddizioni apparenti.
KEEN: William Blake disse: "La via dell'eccesso conduce al palazzo della saggezza." La giovinezza non dovrebbe essere il tempo degli eccessi piuttosto che l'impegno per un equilibrio prematuro?
ASSAGIOLI: Divertente!
KEEN: Ecco un'altra citazione che avvalora la mia ipotesi (credo del filosofo scozzese McNab): "La saggezza è una virtù nella seconda parte della vita, ma è una noia nella prima." La psicosintesi non dovrebbe essere riservata a chi ha superato i quarant'anni?
ASSAGIOLI: Mi perdoni se non le do una risposta precisa. Gli individui sono diversi tra loro: ci sono individui psicologicamente maturi e adulti bambini... La psicosintesi personale deve avvenire prima di quella transpersonale, ma le persone sono pronte per questa in età diverse.
KEEN: Quali sono i limiti della psicosintesi? Se lei fosse un critico del suo stesso sistema, che cosa criticherebbe?
ASSAGIOLI: Questo dovrebbe essere compito suo, ma lo farò io, rispondendo con un paradosso: il limite della psicosintesi è che essa non ha limiti. E' troppo vasta e troppo inclusiva. La sua debolezza sta nell'accettare un po' tutto: infatti esamina molti aspetti nello stesso tempo e questo è un po' un inconveniente.
KEEN: (Questa è la mia domanda per valutare l'indice di autoconoscenza. Molta gente famosa si merita un sei meno. Ad Assagioli do un bel dieci. E' come se riuscisse a vedere dietro i suoi stessi occhi.)
Hanna Arendt dice che il perdono ci rende liberi nell'agire. Senza il perdono la vita è dominata da compulsioni ripetitive e da un ciclo senza fine di risentimento e rivalsa. Tuttavia, alcuni psicoterapeuti pongono addirittura la loro attenzione proprio su questo aspetto. Alcuni, come Janov, sembrano incoraggiare il risentimento e la rabbia contro i genitori e la società, perché sono la sorgente della sofferenza primaria. Mi dica, cosa propone la psicosintesi circa il perdono, la responsabilità e la gratitudine?
ASSAGIOLI: Nella psicosintesi mettiamo in evidenza la responsabilità individuale. Non è importante quello che è successo ad un individuo: egli deve assumersi la responsabilità qui ed ora per i cambiamenti che vuole operare nella sua personalità, e non biasimare i genitori e la società. Sono contrario a molte cose della società moderna e in questo senso sono un rivoluzionario, però dobbiamo cambiarla dal di dentro, perché la società siamo noi. Io raccomando la comprensione e la compassione verso quelle persone che ci hanno offeso: probabilmente il male non è così grande come s'immagina. Naturalmente siamo condizionati dal passato, ma abbiamo il potere di negarlo, di non lasciarci condizionare e di cambiare noi stessi. Molto del male che i genitori fanno ai bambini è dovuto all'ignoranza e non alla malevolenza; e così si può perdonare coloro che non ne sapevano abbastanza, piuttosto che perseverare nel risentimento e nell'autocommiserazione. Anche il perdono diviene più facile quando si viene in contatto con la vera sofferenza umana. A proposito, io vorrei suggerire che nell'educazione dei giovani fosse prevista una visita settimanale agli ospedali, ai manicomi e ai quartieri più poveri. In questo modo essi avrebbero l'occasione di venire direttamente in contatto con la sofferenza umana, senza l'interferenza di teorie, statistiche o ideologie politiche.
KEEN: Dopo il declino della religione in occidente e la sparizione dei «riti di passaggio», come ne esistono nelle società primitive (i riti di nascita e di morte), tocca alla psicologia ad aiutare gl'individui ad affrontare le crisi di transizione e le situazioni estreme. Lei come affronta la morte? A 85 anni, come le appare?
ASSAGIOLI: La morte mi sembra in primo luogo una vacanza. Vi sono molte ipotesi sulla morte, e l'idea della reincarnazione mi sembra la più ragionevole. Non ho conoscenze particolari sulla reincarnazione, ma il mio credo mi fa sentire felicemente unito a centinaia di milioni di orientali, al Buddha e a molti altri in occidente. La morte è un momento naturale di un ciclo biologico. E' il mio corpo che muore, non tutto me stesso, e così non me ne preoccupo molto. Potrei morire stasera, ma accetterei volentieri alcuni anni ancora, per proseguire il lavoro che mi interessa e che penso possa essere utile agli altri. Io sono, come dicono i francesi, "disponable". Anche un po' di humor aiuta, e così il senso delle proporzioni: io sono un individuo su un piccolo pianeta in un piccolo sistema solare in una delle tante galassie.
KEEN: (E' difficile stabilire ciò che conti come prova per la validità di una concezione del mondo e della terapia che ne risulta. Ogni forma di terapia ha successi sensazionali ed insuccessi altrettanto sensazionali. Prendiamo come esempio il caso della psicosintesi, e facciamo un'argomentazione "ad hominem": nel parlare della morte non c'era cambiamento nel tono e nell'intensità della voce di Assagioli e la luce splendeva ancora nei suoi occhi scuri, mentre la sua bocca non era mai lontana dal sorriso.)

Roberto Assagioli morì il 23 agosto di quello stesso anno, vecchio e ricco di vita.