TRANSUMANZA

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giovedì 15 dicembre 2011

Il nobile ottuplice sentiero.

Riprendiamo ogi il nostro filone buddhista, continuando a considerarne i fondamenti. Il brano che segue riporta frammenti essenziali dal discorso n. 22 della Digha Nikaya, la prima delle cinque raccolte (Nikaya) del primo dei tre canestri (Tipitaka) del Canone Pali, l’insieme dei testi che racchiudono l’insegnamento del Buddha e l'interpretazione della sua dottrina.
E' segnalato sul sito "In quiete" di Ginfranco Bertagni che, in questo caso, punta al sito Meditazioni nel web

E quale è, o monaci, la Nobile Verità del Cammino che conduce alla Cessazione della Sofferenza?

Essa è il Nobile Ottuplice Cammino, cioè Retta Comprensione, Retto Pensiero, Retta Parola, Retta Azione, Retta Vita, Retto Sforzo, Retta Attenzione, Retta Meditazione.

E cosa è, o monaci, la Retta Comprensione? Comprendere la sofferenza, comprendere l'origine della sofferenza, comprendere la cessazione della sofferenza, comprendere il cammino che conduce alla cessazione della sofferenza: questa è la Retta Comprensione.

E cosa è il Retto Pensiero? Pensieri liberi da bramosie, pensieri liberi da malevolenza, pensieri liberi da crudeltà: questo è il Retto Pensiero.

E che cosa è la Retta Parola? Astenersi dal mentire, dal calunniare, dal parlare aspramente, dal parlare di cose futili: questa è la Retta Parola.

E cosa è la Retta Azione? Astenersi dal togliere la vita, astenersi dal prendere ciò che non ci vien dato, astenersi da eccessi sensuali: questa è la Retta Azione.

E cosa è la Retta Vita? Quando il discepolo abbandona un modo di guadagnarsi la vita che non è confacente e ottiene sostentamento in modo confacente e corretto: questa è la Retta Vita.

E cosa è il Retto Sforzo? Qui un monaco avanza il desiderio, fa uno sforzo, comincia una lotta, applica la mente, obbliga la mente ad impedire il sorgere di cattive e malsane condizioni non ancora sorte. In quanto alle cattive e malsane condizioni che erano già sorte, egli mette tutto l'impegno per distruggerle. Per le condizioni buone e profittevoli che non sono ancora sorte, egli pone intenso desiderio affinché sorgano. Per le condizioni profittevoli che sono già sorte egli pone desiderio, fa uno sforzo, comincia una lotta, applica la mente, obbliga lo sua mente per la loro continuazione, per non trascurarle, per aumentarle, per coltivarle, per portarle a maturazione. Questo è il Retto Sforzo.

E che cosa è lo Retta Attenzione? Qui il monaco dimora praticando lo contemplazione del corpo nel corpo - praticando la contemplazione delle sensazioni nelle sensazioni - praticando la contemplazione della mente nella mente - praticando la contemplazione delle formazioni mentali nelle formazioni mentali, ardentemente, comprendendo chiaramente e attentamente, dopo aver superato le bramosie e le ambizioni del mondo: questa è la retta Attenzione.

E che cosa è la Retta Meditazione? Qui un monaco distaccato dalle cose sensibili, distaccato dalle cose malsane, entra nel primo assorbimento (Jhana), nato da distacco, accompagnato da concetti pensiero e da pensieri discorsivi e si riempie di rapimento e di gioia. Dopo aver superato i pensieri concettuali e discorsivi, guadagnando tranquillità interiore e unificazione della mente egli entra in un secondo assorbimento libero da pensieri, nato da Concentrazione e si riempie di rapimento e di gioia. Dopo aver eliminato lo stato di rapimento, egli dimora equanime, attento, chiaramente cosciente ed esperimenta personalmente quella sensazione di cui i saggi dicono «Felice è l'uomo equanime ed attento »; questo è il terzo assorbimento. Infine abbandonando la gioia e il dolore, e superando le condizioni anteriori di felicità e di afflizione, egli entra in una condizione al di là della gioia e del dolore, nel quarto assorbimento che è purificato dalla equanimità e dalla attenzione. Questa è lo Retta Meditazione.

Questo, o monaci, è il Nobile Cammino che conduce alla Cessazione della Sofferenza.